Montagna e trekking fanno bene alla salute: la scienza spiega il perché
Chi pensa che la montagna faccia sentire bene chi la vive semplicemente perché consente di staccare dalla routine si sbaglia di grosso: i benefici, in effetti, sono incredibili e direttamente legati al nostro organismo.
Tutto merito dei globuli rossi e della loro ossigenazione che apporta benessere all’intero corpo. A dimostrarlo una ricerca condotta dall’Altitude Reserach Center e citata da Science. Semplice ma estremamente rappresentativa l’indagine condotta dagli esperti dell’ARC che hanno lavorato diversi mesi a 5.260 metri con l’ausilio di 21 volontari.
L’obiettivo, infatti, era quello di monitorare le variazioni sanguigne dopo una lunga permanenza sulle vette più alte della Bolivia, sul massiccio della Chacaltaya per l’esattezza. Ebbene, dopo una settimana di permanenza in quota i volontari sono stati ricondotti a bassa quota per monitorare lo stato del sangue e, in particolare, dei globuli rossi. In effetti non è che i globuli rossi diventino di più, di meno o che si rigenerino, tutt’altro, semplicemente cominciano a funzionare meglio. Come se, all’improvviso, andando in montagna le capacità dei globuli rossi diventassero più performanti rispetto alla città.
Più si sale, poi, più sono i vantaggi. Tornando alla ricerca, infatti, dopo una settimana i volontari sono stati riportati a bassa quota e i monitoraggi del sangue hanno dimostrato che non c’era stata una rigenerazione dei globuli rossi ma una loro modificazione in meglio, con una migliore capacità di trattenere e trasportare l’ossigeno. In poche parole, dopo alcuni giorni in alta quota i volontari avevano sangue, non nuovo, ma migliore.
La scoperta è apparsa straordinaria per la comunità scientifica in quanto, prima di allora, i benefici della montagna erano sempre stati addebitati alla mancanza di smog, al benessere psichico dei soggetti interessati. Come se, in sostanza, essere più rilassati avesse un effetto immediatamente benefico sulla salute. Sicuramente questo è vero ma è altrettanto vero che anche i globuli rossi diventano effettivamente non nuovi ma migliori.
I ricercatori però, per completare lo studio, avevano bisogno di comprendere se questi mutamenti dei globuli rossi avessero effettivamente un’influenza diretta nella resistenza e nell’adattamento dei volontari alla montagna.
Proprio per questa ragione, dopo una settimana, lo stesso gruppo era stato riportato in cima al monte boliviano, la seconda ascensione si rivelò decisamente meno faticosa e più agile. Che significa? Che più ci si concedono fughe in montagna, più si fa all’allenamento ad alta quota più migliora il nostro organismo, pronto dopo ad affrontare sforzi e sacrifici più importanti.
Non sembra così remota, insomma, la leggenda secondo la quale in alta montagna il sangue subisca un processo di purificazione. I riti anticamente dettati da detti e credenze popolari, trovano oggi conferma scientifica.
L’alta montagna, tecnicamente parlando, provoca una eritropoiesi accelerata, ovvero aiuta la rigenerazione dei globuli rossi nel sangue e questo studio ne è la prova. In particolare per chi ha problemi di respirazione o di circolazione, dunque, via libera al trekking che si conferma uno degli sport più salutari in assoluto.